Ti stai perdendo il Safer Internet Day

logologoOggi si celebra in tutto il mondo il Safer Internet Day (SID), la “Giornata per un Internet più sicuro”, nato per promuovere un uso responsabile della Rete, specialmente tra i giovani.

Questa ricorrenza, che cade ogni anno nel mese di febbraio, è dedicata dal 2004 all’importanza della sicurezza online. Sicurezza che riguarda bambini, ragazzi e adulti e che concerne nello specifico cyberbullismo, pedopornografia, trattamento e tutela dei dati personali nonché dell’immagine personale, uso consapevole dei social network e in generale dei nuovi media e delle tecnologie che ne consentono l’utilizzo.

Insafe è il network europeo che dal 2005 promuove il SID: si costituisce di 30 Centri “Safer Internet” che lavorano per educare, consapevolizzare e aiutare giovani, genitori, insegnanti ed educatori, nonché per formare decisori politici e attori sociali locali sui rischi del web.

Il tema dell’edizione 2015 del SID è “Let’s create a better internet together” e le call to action previste per oggi e per tutto l’anno sono diverse:

  • collaborare al passaparola, per diventare portavoce locali e virtuali del messaggio del SID.
    (A proposito, se lo vuoi puoi indossare online la spilla della Giornata)
  • partecipare ad uno degli eventi organizzati (in Italia è a Milano presso l’Università Milano Bicocca)
  • organizzare workshop e seminari in scuole e aziende per fare formazione mirata
  • organizzare occasioni di incontro e dibattito tra giovani e decisori politici

LOGO_cerchio grande_colori2In Italia c’è il Centro Nazionale per la Sicurezza in Rete, parte del network Insafe. Sotto il nome di Generazioni Connesse, è coordinato dal MIUR e co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Safer Internet. Piccola nota sbalorditiva: questo programma europeo è attivo dal 1999 (ve lo ricordate Internet nel 1999? Va riconosciuta in questo caso una certa lungimiranza in casa Europa).

Generazioni Connesse, dialogando con le principali realtà italiane che si occupano di sicurezza nel web (tra cui la Polizia Postale e Save the Children), predispone interventi specifici di sensibilizzazione, formazione, peer-education e prevenzione dell’abuso sessuale online di minori.
Sono attive una linea di aiuto via telefono o via chat per chiunque sia in cerca di consigli ed informazioni, e una linea di segnalazione di materiale pedopornografico e dannoso.

Grazie anche ad Insafe e Generazioni Connesse sappiamo che la sicurezza si realizza con la consapevolezza e con accorgimenti mirati. Sappiamo inoltre che può essere minacciata da diverse pratiche, che non sempre sono illegali ma sempre sono lesive.

Tra queste, la violazione della privacy, ben più semplice da realizzare e comune di quanto alcuni si sforzino ottusamente di credere.
Ogni forma di informazione inserita in Rete diventa dato e spesso lascia traccia di sé: a voi lo sforzo di immaginare i possibili sviluppi. Certo, all’orizzonte non ci sono solo conseguenze nefaste, ma è bene tenere a mente che quando si decide di pubblicare online lo si fa includendo il fattore di rischio “violazione della privacy”.

Per realizzare appieno la consapevolezza che serve nel navigare occorre avere sviluppato una certa sensibilità al concetto di privatezza, averlo elaborato richiamando a mente le differenze con quello di “segretezza”, e aver dunque colto il valore intrinseco di un’informazione, di qualsiasi informazione in quanto tale!
Non va da sé, ma secondo me ci arriviamo vicini: una volta elaborato questo si è più orientati a tentare un uso ragionato del web e iniziare a sentire significativamente l’importanza della tutela dei dati.

Nell’ambito familiare gli albori di consapevolezza possono nascere e svilupparsi. È nella relazione tra genitori e figli che il giovane inizia a costruire il suo Sé, la sua identità, e ad interrogarsi su questo.
Credo che i genitori debbano essere inclusi come parte attiva nel dialogo sulla sicurezza in Internet e che siano loro i primi a dover cogliere la grande, bellissima, opportunità di affiancare i figli nell’esplorazione del web.
I Grandi che educano i Piccoli a capire l’importanza dei dati sensibili, della privacy e della tutela dell’immagine.

A tutti un augurio di un buon Safer Internet Day, ma soprattutto a mamme, papà e ai loro ragazzi. Permettete di stare per un giorno un’ora di più al computer! Questa volta insieme.

Erasmus+ lancia la sfida: chi ha paura dei nuovi media?

Per favore, alzi la mano chi non ha mai sognato di poter viaggiare per l’Europa facendo nuovi amici e approfondendo i propri interessi. Lo sapevo: se solo ne avessimo la possibilità lo faremmo tutti. La “novità”, che esiste da anni, è che possiamo farlo per davvero grazie all’Unione Europea.

Erasmus+ è il nome del programma europeo che favorisce la mobilità internazionale dei giovani tra i 13 e i 30 anni, consentendo di partecipare a scambi promossi da organizzazioni giovanili, scuole e università, autorità locali o internazionali e organizzazioni non-profit. Esatto: l’Erasmus non è solo roba da universitari.

EXHIBITION(3)Io sono appena tornata da Cracovia, Polonia, dove ho partecipato al programma “Mediophobia”. Italiani, croati, sloveni, rumeni e polacchi: questo l’internazionale bouquet di giovani che ho avuto la fortuna di incontrare. Il progetto è stata l’occasione per confrontarsi e dibattere sul tema dei social media, cercando di approfondire quali cambiamenti sociali e culturali il loro uso sta apportando alle nostre vite. Pane per i miei denti!

L’approccio formativo è stato di tipo informale, ovvero abbiamo generato e condiviso sapere attraverso la discussione e l’approfondimento autonomi, senza che vi fossero insegnanti. Devo ammetterlo: quando ho realizzato che non mi sarei confrontata con dei professionisti ci sono rimasta male. Mi hanno fatto cambiare idea, dandomi nuovi stimoli, i lavori di gruppo e le tavole rotonde. E approfittando dell’occasione di diventare io “l’esperta” per un pomeriggio di workshop, ho fatto pace con l’assenza di specialisti e ho imparato ad apprezzare questo tipo di educazione non formale.

Durante i sette giorni di approfondimenti ho notato che la differenza tra social media e social network non è chiara e che persiste una forte confusione tra ciò che è social media e ciò che è web app o sito per l’e-commerce.

Nello specifico, ho notato nei media sloveni un’attitudine fortemente maschilista (supportata da un’industria dell’audiovisivo ipersessualizzante), nelle politiche nazionali croate, riguardo al fenomeno del cyberbullismo, la tendenza alla severa punizione dei colpevoli piuttosto che alla loro rieducazione, e nei social italiani una distintiva capacità di ironizzare sui temi religiosi altrove considerati tabù.

Se ti stai chiedendo se non abbiamo fatto altro che stare chiusi nella conference hall a parlare di social media, ti rassicuro: non abbiamo lavorato tutto il tempo! Grazie all’ottima organizzazione dell’associazione Bratniak, alla quale dobbiamo l’ideazione e la realizzazione del progetto, abbiamo potuto visitare Cracovia, entrare in contatto con le persone del luogo e degustare l’ottima birra polacca (il capitolo “vodka” è sotto censura).

1956943_1612778958949357_1998655149299045871_oVa da sé che “Erasmus+” non è solo sinonimo di formazione, educazione e apprendimento ma anche di divertimento, svaghi e amicizia.

Ho viaggiato molto, ho studiato all’estero due volte, ho partecipato a diversi scambi e ho detto “arrivederci” a tante persone ma ancora mi è difficile abituarmici. Questi scambi rappresentano intensi momenti di condivisione durante i quali si instaurano dinamiche di comunità e affiliazione che rendono i partecipanti uniti nel sentimento di complicità. Chi ha viaggiato sa per certo a cosa mi riferisco: a quel senso di appartenenza ad una rete globale che connette e in certi momenti rassicura e sostiene.

Abbandonare i comodi panni del turista per calarsi in quelli del viaggiatore, questo è il mio invito più spassionato.

Ci sono centinaia di buone occasioni là fuori per alzarsi dal divano ed è impossibile non trovare quella che calzi a pennello con le proprie esigenze: la durata minima di uno scambio è una settimana e le spese sono coperte dall’Unione Europea, che nel settennio 2014-2020 finanzia i progetti per la mobilità internazionale con ben 1 miliardo e 800 milioni di euro.

La mobilità internazionale non è utile solo a perseguire una passione e a fare rete: ci sono dati interessanti che mostrano la correlazione positiva tra lo studiare o lavorare all’estero e trovare più facilmente un’occupazione in seguito. È stato recentemente pubblicato uno studio indipendente che conferma questa relazione: è la ricerca più ampia mai realizzata sull’argomento, con un campione di circa 80.000 individui tra studenti e datori di lavoro. I dati dimostrano che chi studia o lavora all’estero non solo sviluppa competenze ma rafforza fondamentali capacità trasversali ben considerate nel mondo del lavoro. In più, i giovani laureati vivono periodi di disoccupazione lunghi la metà di quelli dei coetanei che non hanno fatto esperienze fuori dal proprio Paese. Infine, cinque anni dopo il conseguimento della laurea la percentuale dei giovani esterofili ancora disoccupati è più bassa del 23% rispetto a quella di chi non si è allontanato da casa.

È evidente che non sia più tempo di lamentele, che non ci siano più scuse che reggano: le opportunità di girare il mondo per allargare la propria rete di conoscenze e acquisire nuove competenze ci sono, sta a noi saperle coglierle al volo.

Per favorire la ricerca di occasioni all’estero, ecco una lista di link utili…buon viaggio!

Per la partecipazione a “Mediophobia” ringrazio di cuore l’Associazione La Stazione di San Miniato (FI) e chi mi ha accompagnato nel viaggio: Alessandro, Andrea, Filippo, Margherita, Silvia e l’encomiabile group leader Gianmarco.

Elezioni Europee 2014: perché è importante votare?

Photo by “thepoliticalcarnivale.net”

di Valentina Gasperini per Placevent [Hub]

In occasione delle elezioni europee 2014, Europe Direct Emilia-Romagna ha indetto il concorso “Go to vote” per supportare le iniziative che promuovono il comportamento di voto tra i giovani.
Noi dell’Associazione PlacEvent [Hub] abbiamo voluto metterci alla prova con un prodotto sul web che inquadrasse la situazione italiana, attraverso un’ infografica interattiva che si propone di mostrare alcuni dati significativi inerenti i giovani italiani. Continua a leggere

Come fare monitoraggio civico: la mia storia con Open Ricostruzione

di Valentina Gasperini

Ti avviso, quello che stai per leggere è un post ad alto tasso emotivo su un progetto davvero prezioso: Open Ricostruzione.

Il progetto si realizza a Bondeno, Crevalcore, Finale Emilia, Reggiolo e San Felice sul Panaro, cinque Comuni emiliani colpiti dal sisma della primavera 2012. Open Ricostruzione ha come scopo quello di favorire la ricostruzione trasparente e partecipata, ovvero con i cittadini e la Pubblica Amministrazione, delle opere pubbliche danneggiate dal sisma. La parola d’ordine è “monitoraggio civico”.

Ma questo monitoraggio civico…cos’è?
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Crowdfunding civico: un esempio bolognese

piccolo_LogoSUalNORDdi Valentina Gasperini

Anche il mondo della Pubblica Amministrazione italiana si sta accorgendo delle potenzialità del crowdfunding per finanziare progetti inerenti il territorio e i suoi cittadini. Francia, Germania e Stati Uniti hanno già sperimentato ampiamente e non siamo certo noi i primi: il settore pubblico del Belpaese si sta giusto affacciando al mondo del crowdfunding civico. Continua a leggere

Salute 2.0: resoconto del seminario e intervista a Régis Barondeau

Nuova-SaluteNella splendida cornice dell’Aula dei Poeti di Palazzo Hercolani si è svolto, nella giornata del 3 ottobre, il seminario “Salute 2.0: le sfide, nuove relazioni, nuovi cittadini, nuove tecnologie” inerente la comunicazione sanitaria. Organizzato da Regione Emilia-Romagna, Università di Bologna e Fondazione Pubblicità Progresso, l’evento è il quinto di una serie di incontri di formazione promossi dall’Agenzia Informazione e Comunicazione della Giunta regionale in collaborazione con i partner sopra citati. Continua a leggere

Idea Ginger, crowdfunding per l’Emilia Romagna – Intervista

immagine ginger

Immagine dal sito www.ideaginger.it

Idea Ginger è la nuova piattaforma di crowdfunding territoriale per l’Emilia Romagna. Nata dall’ingegno di cinque ragazze, laureate presso l’Università di Bologna, la piattaforma è stata lanciata il 18 giugno. Abbiamo incontrato Martina Lodi e Nicole Maffi, entrambe project managers, durante il loro workshop tenuto venerdì 21 durante il festival perAspera. Continua a leggere

Le piattaforme di crowdfunding in Italia

crowdfundingdi Valentina Gasperini

Torniamo a trattare un tema caro a PlacEvent: il crowdfunding.
E questa volta lo facciamo con una colorata infografica!

Ma prima, ecco spiegati i modelli a cui fa riferimento: Continua a leggere

Guru in Action: Aron Pilhofer

Aron Pilhofer by Gabriella Comparato

Aron Pilhofer by Gabriella Comparato

di Valentina Gasperini

Abbiamo raccontato Aron Pilhofer e la sua professione in un post della settimana scorsa, dedicato interamente a lui. Come i lettori più cari sapranno, il direttore di News Interactive del The New York Times è stato un ospite d’eccezione dell’evento Communi.Action targato PlacEvent, tenutosi martedì 23 Aprile presso l’Università di Bologna. La grande attesa per il suo intervento e l’onore di averlo avuto tra gli ospiti hanno collaborato a rendere l’evento intenso e, ammettiamolo, di successo.

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Agenda digitale: per una Bologna sempre più smart

iperbole 2020di Valentina Gasperini

Con grande orgoglio, per il primo evento targato PlacEvent: CommUni.Action (che secondo i dati della vigilia farà registrare il tutto esaurito), siamo onorati di avere il patrocinio dell’ Agenda digitale del Comune di Bologna.
Il capoluogo emiliano sta diventando velocemente uno dei punti di riferimento, in tutta Europa, per quanto riguarda lo sviluppo delle tematiche che ruotano attorno al concetto di Agenda Digitale e oggi vogliamo fare luce su questo argomento.

Agenda digitale. Immagini di Moleskine coi tasti affiorano alla mente, ma le ricaccio, consapevole che quanto mi appresto a scrivere merita concentrazione e serietà.
Abbiamo già scritto di agenda digitale (il post più recente tratta appunto di agenda digitale e comunicazione della salute) ma forse è utile ricapitolare brevemente di cosa si tratta, prima di dedicarsi alla città di Bologna e al suo impegno nel diventare sempre più una smart city.

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