“Ci accompagna quasi per mano attraverso un inventario completo di tutte le nuove professionalità che Internet ha creato nel mondo. Ma l’aspetto realmente inedito di quest’opera è la prospettiva con cui ogni “mestiere” viene raccontato ai lettori.Non sono solo le competenze a essere descritte, ma le attitudini, le sensibilità, i talenti, le predisposizioni obbligatorie per ogni professione analizzata […].”
Inizia così la prefazione di Paolo Iabichino, Executive Creative Director di OgilvyOne. Il soggetto in questione è il libro Le nuove professioni del web di Giulio Xhaet, direttore del progetto Web Media Academy, consulente new media in Cesop Communication – Job Meeting e in University.it, docente presso la Business School del Sole 24 Ore.
Questo libro rappresenta un primo passo alla definizione e all’individuazione dei profili professionali legati al web in un’ottica comunicativa, Xhaet infatti ci parla di codice umanistico in cui vengono compresi attori della comunicazione e delle scienze sociali, giornalisti e copywriter, psicologi e filosofi, artisti, creativi e semplici appassionati, che affianca il codice informatico creato e gestito da una nicchia di esperti informatici, i classici “smanettoni”. Vengono descritte così diverse figure quali: Community Manager, SEO – Search Engine Optimizer, Web Analyst, E – Reputation Manager, All – line Advertiser, Digital PR, Transmedia Web Editor, Content Curator.
Noi umanisti di Scienze della Comunicazione come possiamo rientrare all’interno di questi profili? E’ possibile aspirare ad inserire tra le prospettive occupazionali dei nostri corsi di studi di tutta Italia queste figure professionali? E cosa più importante c’è qualcuno che si è accorto di quanto queste competenze siano fondamentali al giorno d’oggi e sta lavorando per noi?
A quest’ultima domanda rispondiamo di sì, c’è qualcuno e si tratta dell’ IWA.
L’ IWA (International Webmasters Association) è un’associazione professionale non-profit che è riconosciuta leader mondiale nel fornire principi e certificazioni di formazione per le professioni in Rete. Il 14 febbraio 2013, l’Associazione IWA Italy, ha pubblicato ufficialmente la versione 1.0 del documento contenente 21 profili professionali operanti nel Web uniformati secondo le direttive CEN in materia di Generation 3 (G3) European ICT Profiles, nonché le modalità di utilizzo dei medesimi.
Il documento ha lo scopo di supportare il corretto riconoscimento delle professionalità elencate come “profili professionali per il Web” da parte degli attori che agiscono sul mercato nel settore degli skill ICT. In particolare, sono indirizzati a:
- manager ICT, offrendo modelli organizzativi di responsabilità, compiti, competenze e controlli tra i diversi attori (ICT e non);
- professionisti e manager ICT, per definire descrizioni delle posizioni, piani di addestramento individuali e prospettive di sviluppo;
- responsabili delle Risorse Umane (HR manager), per prevedere e pianificare il fabbisogno di competenze;
- manager della didattica e dell’addestramento, per pianificare e progettare con efficacia programmi di studi ICT;
- studenti, per facilitare l’informazione ed il loro orientamento professionale;
- responsabili di ricerca di mercato e strategia, per usare un linguaggio comune con lo scopo di prevedere le esigenze di lavoro e competenze professionali Web in una prospettiva di lungo periodo;
- manager degli Uffici Acquisti, fornendo definizioni comuni per capitolati tecnici efficaci nelle gare nazionali ed internazionali;
- chiunque altro necessiti di un riferimento riconosciuto e accettato nell’ambito dei profili professionali per il Web per la sua professione, la sua azienda, la sua organizzazione.
Il documento è stato elaborato da una task force del Gruppo Web Skills Profiles, costituito dalla sezione italiana di IWA/HWG nel dicembre del 2006, gruppo al quale partecipano oltre 200 professionisti, rappresentanti di aziende, enti ed associazioni, con l’obiettivo di definire i profili professionali di riferimento per il Web. Lo scopo del documento è di garantire pertanto una chiara identificazione delle competenze e conoscenze richieste a chiunque operi nelle 21 figure identificate dall’associazione – con
qualsiasi inquadramento lavorativo. Tale attività è in linea con il mandato dell’Agenda Digitale Europea di incremento degli skill professionali. Su tale principio generale per il settore ICT è allineato anche il Governo Italiano che, nei report dedicati all’Agenda Digitale Italiana (ADI), in relazione all’alfabetizzazione dichiara:
“In materia di formazione qualificata è necessario innanzitutto un aggiornamento del dizionario dei profili di competenza per le professioni ICT redatto dal CNIPA e mantenuto da DigitPA, con recepimento del framework europeo CEN. Tale framework CEN dovrebbe quindi costituire riferimento per l’accreditamento di titoli di studio professionali anche attraverso il recepimento nei percorsi formativi di istituti tecnici e di aggiornamento professionale all’interno della PA.”
I 21 profili sono i seguenti:
Community Manager
Web Project Manager
Web Account Manager
User Experience Designer
Business Analyst
DB Administrator
Search Engine Expert
Advertising Manager
Frontend Web Developer
Server Side Web Developer
Web Content Specialist
Web Server Administrator
Information Architect
Digital Strategic Planner
Web Accessibility Expert
Web Security Expert
Mobile Application Developer
E-commerce Specialist
Online Store Manager
Reputation Manager
Knowledge Manager
All’interno di questi 21 profili professionali dove possiamo collocare quelli individuati da Giulio Xhaet? Per rispondere a questa domanda analizzeremo nel corso di queste settimane tutte le figure qui descritte con l’aiuto di Francesco De Nobili, docente di Comunicazione e Web presso il Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale dell’Università di Bologna e Responsabile del progetto Comunicazione Lavoro.
Una volta, quando i computer erano mainframe e gli uomini programmatori, non c’era bisogno di tutte queste qualifiche, e i progetti si portavano avanti comunque. Oggi ognuno è specializzato nel premere un singolo bottone della tastiera (e spesso neanche tanto bene). Che soddisfazione.
Non la vedo così. Ogni professione prevede una specializzazione (e ti assicuro che non si tratta di premere solo un bottone) ma spesso chi è specializzato possiede anche una conoscenza più ampia e diverse capacità. Inoltre queste nuove professioni prevedono una stretta collaborazione tra le persone che compongono il team, stimolando la creatività e l’innovazione. Forse era meglio la catena di montaggio? Non credo… =)